Gli Studi di settore sono uno strumento di verifica che viene utilizzato in Italia per accertare i parametri fondamentali di congruità e coerenza fiscale di lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprese, ai fini del corretto pagamento delle imposte dovute.
Si compilano attraverso uno specifico modello approvato dall’Agenzia delle Entrate.
Studi di settore: cosa sono
Gli Studi di settore sono fondamentalmente uno strumento per l’accertamento della veridicità dei redditi dichiarati dai contribuenti.
Dal punto di vista pratico, sono dei modelli che devono essere compilati dai contribuenti, ovvero da aziende e professionisti, indicando i dati richiesti al fine di comporre il quadro della situazione reddituale della propria specifica attività economica.
Essi rappresentano uno strumento attraverso cui le autorità fiscali, attraverso una serie di indici e di calcoli, determinano il volume di ricavi per specifiche tipologie di attività e professioni.
L’introduzione in Italia degli Studi di settore è avvenuta con il decreto legge del 30 agosto 1993 n. 331, modificato poi dalla legge 29 ottobre 1993 n. 427 e arricchito di anno in anno di nuove tabelle relative alla grande maggioranza dei settori di attività.
Sono stati introdotti con l’obiettivo di facilitare gli accertamenti al fine di ridurre l’evasione fiscale, attraverso una rapida e più semplice identificazione delle dichiarazioni fuori norma.
Attraverso gli Studi di settore, si realizza inoltre la raccolta sistematica dei dati che caratterizzano le attività delle imprese in base al contesto economico in cui operano, con la finalità di misurare la loro capacità reale di produrre reddito, per poi procedere a possibili accertamenti deduttivi.
Con la definizione di Studio di settore, si identifica anche una procedura di calcolo, elaborata sulla base di un metodo statistico che viene esaminato e accertato da una commissione di esperti, ovvero un organismo composto da addetti dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia, oltre che da alcune organizzazioni di categoria.
Il procedimento si articola fondamentalmente in queste fasi:
- compilazione da parte dei contribuenti, in base al loro settore di attività;
- raccolta da parte delle autorità di verifica di elementi quantitativi e qualitativi su una determinata attività economica;
- individuazione di modalità omogenee in cui viene svolta l’attività (cluster)
- determinazione presunta dei ricavi propri dell’attività.
La prima fase di raccolta dei dati si concretizza con la compilazione di specifici questionari informativi da parte dei contribuenti. Ad essi, vengono infatti trasmessi appositi moduli da compilare con specifiche informazioni sull’attività svolta.
La seconda fase e la terza fase si riferiscono alle attività di analisi dei dati, che vengono effettuate attraverso delle tecniche statistiche basate sulla valutazione delle principali componenti delle attività economiche: il fine è quello di una corretta determinazione dei cluster nonché della individuazione di una funzione – differente per ogni cluster – che consenta di stimare i ricavi presunti.
In sintesi, gli Studi di settore consentono dunque di determinare ricavi che possono essere presumibilmente attribuiti al contribuente, sulla base dei dati forniti da quest’ultimo e dei parametri a disposizione delle autorità competenti.
Come si compila lo Studio di settore
Gli Studi di settore vengono ripartiti in quattro grandi aree – Servizi, Commercio, Manifatture, Professionisti – con una stringa di cinque caratteri che permette di raccordare ciascun codice delle attività economiche (il cosiddetto codice Ateco 2007) al rispettivo Studio di settore.
Nel modello Studi di settore, in base al codice Ateco, il contribuente deve indicare il valore dei parametri relativi alle principali componenti della propria attività economica come, ad esempio, il numero dei dipendenti o collaboratori, la dimensione dei locali in cui si svolge l’attività, le materie prime utilizzate nel caso di attività produttive. I parametri e le varie informazioni sono ovviamente diversi in base al settore di riferimento.
Avvalendosi eventualmente di professionisti, i contribuenti devono compilare e presentare telematicamente il modello Studio di settore nel periodo corrispondente a quello della dichiarazione dei redditi.
È necessario pertanto compilare due modelli separatamente: il modello Unico ed il modello Studi di settore. Successivamente, si può poi procedere alla creazione di unico file finale da autenticare e trasmettere all’Agenzia delle Entrate.
l contribuenti possono redigere il modello attraverso specifici software di compilazione e di verifica messi a disposizione dal sito dell’Agenzia delle entrate. In particolare, per consentire una gestione agevolata e organizzata dei dati richiesti per ogni tipologia di Studio di settore, viene messa a disposizione dei contribuenti una procedura informatica che è possibile gestire attraverso l’applicazione Gerico (Gestione dei ricavi e dei compensi), scaricabile gratuitamente dal sito dell’ Agenzia delle Entrate.
Tale applicazione fornisce l’esito dei calcoli e alcuni parametri di valutazione della congruità e coerenza dei dati rispetto ai ricavi della propria attività.
Una volta compilato il modello Studi di settore, il contribuente può trasmetterlo assieme al modello Unico attraverso i servizi Fisconline/Entratel dell’Agenzia delle entrate.
Studi di settore: coerenza, normalità e congruità
Una volta compilato il modello Studi di Settore della propria categoria, attraverso le analisi e i calcoli statistici dell’applicazione Gerico, è possibile verificare se la propria attività rispecchia le caratteristiche di coerenza, normalità e congruità economica, in base al cluster di settore di assegnazione.
La coerenza economica si basa su alcuni indici specifici che devono rispecchiare valori coerenti per il cluster di riferimento, che rientrino in un determinato intervallo; qualora l’attività considerata abbia dei valori che non rientrano in questi intervalli, vi è la possibilità di essere sottoposti ad accertamenti.
La normalità economica è riferita ad alcuni indicatori: qualora i valori relativi non risultino compresi negli intervalli di riferimento, si può presumere che l’attività sia stata svolta con modalità anomale oppure che gli studi di settore non siano stati compilati correttamente. Ad esempio, se l’incidenza del costo di alcuni beni specifici dell’attività considerata risulti superiore ad un intervallo di valori considerato normale, può far presumere che il contribuente riesca invece ad ottenere maggiori ricavi.
La congruità economica è infine un parametro che ha l’obiettivo di individuare un ricavo presunto attraverso delle stime basate su specifici calcoli effettuati sui dati forniti dal contribuente. In particolare, dall’esito dei calcoli emerge il cosiddetto ricavo puntuale, ovvero quello più probabile: dal confronto tra i ricavi del contribuente e quelli presunti, egli può risultare congruo, se i ricavi sono superiori al ricavo puntuale, oppure non congruo, se i ricavi sono inferiori. In tal caso, il contribuente può procedere ad un adeguamento, con eventuali maggiorazioni previste dalla normativa.
Abolizione Studi di settore e differenze con ISA
Il 15 ottobre 2017, è stata decretata l’abolizione graduale degli Studi di settore, divenuta ufficiale a partire da gennaio 2019. Ciò non significa che l’Amministrazione finanziaria non abbia più l’intento di monitorare i redditi ed i compensi di imprenditori e liberi professionisti o di confrontarli con quelli medi del settore ma che, semplicemente, gli Studi di Settore sono stati sostituiti da sistemi più precisi, i nuovi indicatori ISA.
La differenza principale tra i nuovi indicatori sintetici di affidabilità fiscale e gli Studi di settore riguarda la stima del ricavo puntuale. Mentre con gli Studi di settore si stimava un ricavo puntuale a cui fare riferimento e, quindi, adeguarsi, con i nuovi indicatori viene invece stabilita una scala di affidabilità del contribuente (una sorta di pagella dell’imprenditore): l’Amministrazione finanziaria attribuisce un punteggio da 1 a 10 a ciascun contribuente in base al livello di normalità e coerenza della gestione aziendale e professionale.
Con gli indicatori ISA, inoltre, si possono determinare dei benefici premiali per i contribuenti virtuosi, che possono anche arrivare all’esonero dagli accertamenti sintetici.
Con l’introduzione degli ISA, gli Studi di settore cambiano dunque nome e metodologia di calcolo.
Le nuove analisi per valutare l’affidabilità fiscale dei contribuenti sono volte a facilitare gli adempimenti e, attraverso forme migliorative di assistenza (come, ad esempio, avvisi e comunicazioni in prossimità di scadenze fiscali), puntano a migliorare la collaborazione fra contribuenti e Amministrazione finanziaria.
Studio di settore 2019: modelli
Con la legge di bilancio 2018 e sulla base all’articolo 9-bis del decreto legge del 24 aprile 2017 n. 50, a partire dal primo gennaio 2019, gli Studi di settore sono stati sostituiti dagli ISA, ovvero i nuovi Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale.
Gli indicatori ISA rappresentano dunque il nuovo strumento di collaborazione tra contribuenti e Amministrazione finanziaria, con l’obiettivo di favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili e incentivare l’assolvimento degli adempimenti tributari da parte di coloro che esercitano attività di impresa.
Sono stati approvati dall’Agenzia delle Entrate 175 modelli definitivi per l’applicazione dei nuovi Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale, sulla base delle diverse caratteristiche delle attività economiche.
Per quanto riguarda la nuova modulistica, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a rendere noti i nuovi modelli ISA 2019, insieme alle istruzioni per la corretta compilazione come parte integrante del modello Redditi 2019.
Il contribuente che deve presentare il modello ISA 2019 deve barrare la casella ISA che è presente nella prima pagina del modello Redditi 2019 e può trasmetterlo sempre telematicamente all’Agenzia delle Entrate. Se il modello non venisse presentato, dovesse risultare incompleto o non corretto ed il contribuente non provvedesse a rimediare, l’Amministrazione finanziaria potrebbe applicare una sanzione che da 250 euro a 2000 euro.
I nuovi modelli ISA sono previsti per i seguenti settori:
- Modello ISA 2019 Commercio;
- Modello ISA Servizi;
- Modello ISA Professionisti;
- ISA Manifatture;
- ISA Agricoltura.
Scadenza Studi di settore 2019
Prima dell’abolizione degli Studi di settore, i soggetti obbligati alla presentazione della documentazione relativa alla propria attività dovevano compilare i rispettivi modelli entro la scadenza corrispondente a quella per la trasmissione del modello Unico. Fino al 2018, era quindi prevista la scadenza del 31 ottobre come termine ultimo per l’invio del modello Studi di settore.
Per quanto riguarda invece le scadenze per la presentazione del nuovo modello ISA 2019, l’Amministrazione finanziaria è alle prese con il rilascio del software Il tuo ISA ed aveva quindi prorogato la data di scadenza per il versamento delle imposte da parte degli esercenti ai quali si applicano i nuovi indicatori ISA 2019. Tutti i contribuenti sottoposti agli indicatori sintetici di affidabilità fiscale avevano come scadenza ultima per presentare la dichiarazione dei redditi e versare le imposte dichiarate per il 2018 il 22 luglio 2019 o, al massimo, il 21 agosto con una maggiorazione dello 0,40 per cento.
In seguito anche alla richiesta di una proroga da parte della categoria dei Commercialisti, è stato successivamente deliberato il rinvio al 30 settembre 2019.