Split Payment IVA, cos’è e come va effettuato in fattura

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Introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 e successivamente riformato dal DL 50/2017, lo Split payment  è un nuovo meccanismo di liquidazione dell’Iva, che riguarda il rapporto tra le imprese private e la pubblica amministrazione.

La normativa relativa allo Split payment consente di scindere il pagamento dell’importo dell’Iva da parte delle imprese private verso la pubblica amministrazione: così facendo, l’azienda privata fornitrice può così ricevere l’importo della fattura al netto dell’Iva, che verrà poi liquidata direttamente dalla Pubblica Amministrazione.

Tale pratica consentirebbe allo Stato di ridurre completamente il rischio di evasione fiscale, dato che effettua un anticipo dell’imposizione fiscale che riguarda l’Iva.

 

Split payment cos’è e come funziona

Sostanzialmente, lo Split payment è un sistema che regola i rapporti di pagamento tra i privati e la Pubblica amministrazione dove è quest’ultima a dover versare l’imposta sul valore aggiunto per i beni o servizi acquistati.

Tale normativa stravolge e capovolge la prassi ordinaria di liquidazione dell’IVA, che invece prevede che siano i fornitori a dover addebitare l’Iva al cliente, che deve essere poi versata all’erario.

Il meccanismo dell’Iva con l’applicazione dello Split Payment si riassume in due operazioni principali: in un primo momento, l’impresa riceve la comunicazione dell’importo della percentuale IVA sull’operazione di acquisto da parte della Pubblica Amministrazione, mentre in un secondo tempo sarà la Pubblica Amministrazione a versare effettivamente l’Iva a debito sull’operazione effettuata.

 

Split payment quando e chi la applica

Secondo quanto stabilito per Legge, l’applicazione della scissione dei pagamenti o pagamenti divisi  sarà il nuovo meccanismo di liquidazione dell’Iva tra imprese e P.A. almeno fino al 30 giugno 2020.

Lo Split payment viene applicato ai fornitori degli enti pubblici e alle società secondo quanto stabilito per Legge ovvero è previsto per il seguente elenco di pubbliche amministrazioni:

  • enti pubblici economici nazionali, locali, regionali, così come le imprese speciali e le aziende pubbliche per servizi alla persona;
  • società controllate direttamente e indirettamente da amministrazioni pubbliche;
  • società partecipate con una percentuale non inferiore al 70% da amministrazioni pubbliche;
  • società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana;
  • società controllate direttamente dalla Presidenza del consiglio dei Ministri e dai Ministeri;
  • fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche per una percentuale almeno non inferiore al 70%.

Lo Split Payment non si applica a tutte le cessioni di beni o prestazione di servizi effettuati nei confronti delle Pubbliche amministrazioni, in alcuni casi elencati di seguito: per le operazioni assoggettate a regimi speciali che non prevedono l’applicazione dell’IVA; per la cessione di beni o servizi per le quali i cessionari siano debitori d’imposta; per le spese non certificate da fattura.

 

Come si emette fattura Split payment

Per  tutte le aziende private che applicano lo Split Payment, in quanto aventi rapporti diretti con la Pubblica Amministrazione, è prevista obbligatoriamente l’emissione della fattura Split payment elettronica.

In questa circostanza, si dovranno segnalare nel registro fatture Iva come fatture della scissione pagamenti, in modo tale di evitare di computare l’Iva a debito per le fatture emesse verso la Pubblica Amministrazione.

La creazione della fattura elettronica è così semplificata, in quanto lo stesso Ministero dell’Economia e Finanze ha messo a disposizione un canale per la creazione autonoma della fattura elettronica.

Basta creare la fattura in formato XML e apporre la firma digitale sulla versione elettronica, che deve essere inserita tramite una smart card rilasciata dalla Camera di commercio.

Successivamente, la fattura elettronica potrà essere inviata al destinatario tramite posta certificata, siotto forma di un file di un massimo di 30 megabytes.

 

Rimborsi IVA e Split payment, come funziona

Tutti i contribuenti che utilizzato lo Split payment IVA potranno  ritrovarsi in una situazione di credito IVA in eccesso dato che, anche per gli acquisti delle forniture relative alle operazioni nei confronti della Pubbliche Amministrazione, è consentita comunque la detrazione dell’IVA. In questi casi, è previsto che le operazioni di Split payment possano partecipare al regime del rimborso dell’IVA prioritario o, eventualmente, a un rimborso trimestrale.

Lo stesso decreto attuativo del 22 dicembre 2017, successivamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 gennaio, ha fissato le nuove disposizioni riguardanti la modalità di effettuazione dei rimborsi, già introdotte dal decreto 50/2017, fissando termini e modalità di versamento del rimborso IVA, oltre alle modalità per richiederlo, e quali soggetti sono inseriti nell’elenco di quelli ammessi ai rimborsi IVA, sia prioritari che trimestrali.

Inoltre, a partire dal 1 luglio 2017, per effetto del decreto 50/2017, lo Split payment è stato esteso anche ai liberi professionisti o lavoratori autonomi che hanno rapporti con la Pubblica Amministrazione.

Il versamento dell’IVA in regime di Split payment per professionisti deve essere effettuato dalla Pubblica Amministrazione entro il giorno 16 del mese successivo, nel mese in cui l’imposta diventa esigibile.

Tale versamento potrà essere effettuato in tre modalità:

– tramite versamento unificato per le Pubbliche Amministrazioni con conto corrente presso Poste Italiane;

– tramite modello unico F24 Enti Pubblici, per chi è titolare di conto corrente in Banca;

  • per tutte le Pubbliche amministrazioni che non fanno parte dei due punti prima citati, versando l’IVA direttamente all’erario.

Tutti gli uffici della Pubblica Amministrazione che devono versare l’imposta dello Split Payment e che utilizzano l’F24 devono indicare in esso il codice tributo 620E, oltre a  inserire nella sezione contribuente il codice fiscale e la denominazione  della Pubblica Amministrazione che deve effettuare il pagamento.

Nella sezione “dettaglio versamento”, dovrà essere inserita la lettera F, nella causale il codice tributo e, nella sezione A e B, dovranno essere inseriti sia il mese che l’anno in cui si effettua il pagamento.

 

Sanzioni Split Payment

Sia in caso di omissioni che nel caso di errori, la normativa sullo Split Payment prevede che vengano applicate delle sanzioni.

Per tutti i fornitori che erogano servizi o beni alla Pubblica Amministrazione obbligati allo Split Payment, sono previste sanzioni di tipo amministrativo, come nel caso in cui non venga emessa correttamente la fatturazione Split Payment elettronica  ma anche quando non sia presente la dicitura Split Payment scissione dei pagamenti; nel caso in cui si verifichi un errore nella fattura elettronica, è prevista una sanzione amministrativa da 1000 ad 8000 euro.

L’omissione o il ritardo del pagamento dell’IVA per tutte le operazioni di Split Payment da parte della Pubblica Amministrazione prevede invece una sanzione base del 30 per cento.